Progetto con capofila l’Università degli Studi di Brescia (UniBS) e partner la Società Agricola Cooperativa Quadrifoglio (cooperativa cerealicola, ubicata a Castellucchio (Mn), con circa 120 aziende agricole socie), l’azienda BioC-CheM Solutions (operante nel settore della microbiologia industriale con particolare riferimento alla produzione di metaboliti secondari di interesse farmaceutico, cosmetico ed ambientale), la società Sistemi Ambientali (attiva nel settore del trattamento rifiuti occupandosi, in particolare, della raccolta e trasporto di rifiuti speciali pericolosi e non pericolosi, nonché della manutenzione, pulizia e dragaggio di rogge e canali irrigui e consortili) e Promocoop Lombardia (società di servizi promossa da Confcooperative Lombardia).
Finanziato dal Ministero della Transizione Ecologica (MITE), il progetto è stato presentato a valere sul bando per il cofinanziamento di progetti di ricerca volti allo sviluppo di tecnologie per la prevenzione, il recupero, il riciclaggio ed il trattamento di rifiuti non rientranti nelle categorie già servite da consorzi di filiera, all’ecodesign dei prodotti e alla corretta gestione dei relativi rifiuti.
L’attività di ricerca che sarà condotta, ha come scopo quello di valutare la possibilità di recuperare gli scarti cerealicoli lasciati in campo dopo la produzione o derivanti dai processi di essicazione e molitura.
In particolare, l’obiettivo principale è quello di valorizzare questi rifiuti (ad oggi smaltiti in discarica) utilizzandoli nelle operazioni di bonifica di terreni contaminati da idrocarburi.
Per fare ciò, i diversi partner scientifici coinvolti lavoreranno sui rifiuti cerealicoli messi a disposizione dalla Cooperativa Quadrifoglio. Questa tipologia di scarti agricoli ha, infatti, per sua natura, una composizione dalla quale è possibile creare molecole chiamate “biotensioattivi” che sono sostanze utili in diversi processi ambientali come, fra gli altri, la bonifica di terreni inquinati.
Nel dettaglio, per le operazioni di bonifica dei terreni, sarà utilizzato un processo innovativo (non ancora applicato a scala reale in Italia) chiamato “processo bioelettrochimico assistito”, indicato anche come BES+. Attraverso questa tecnica, infatti, sarà possibile stimolare nel suolo la biodegradazione degli inquinanti organici presenti.
Il progetto, potrà offrire, quindi, una soluzione utile ad una gestione efficiente degli scarti cerealicoli, così creando anche nuove opportunità di crescita per le aziende agricole stesse sia da un punto di vista di redditività che di competitività.
A tale scopo, infatti, è stato creato un portale online all’interno del presente sito, attraverso il quale sarà possibile creare un punto di contatto tra domanda e offerta di scarti cerealicoli.
In allegato il primo materiale divulgato in occasione del workshop di presentazione del progetto organizzato lo scorso 10 maggio e alcune foto dell’evento.